domenica 31 maggio 2009

[Info Concerti ] Liga: 6 notti all' Arena di Verona

Luciano Ligabue torna a incantare l’Arena di Verona. Lo farà dal 24 settembre 2009 con una serie di concerti che segna il suo ritorno sulle scene live (prevendite aperte da lunedì 11 maggio)

24 - 09 - 2009
26 - 09 - 2009
27 - 09 - 2009
29 - 09 - 2009
30 - 09 - 2009

02 - 10 - 2009

biglietti dei concerti saranno in vendita su
(clicca sull' immagine per accedere al sito)

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venerdì 22 maggio 2009

-CAPITOLO 5- Vasco & Liga: Artisti insieme per l' Abruzzo


Musica e solidarietà sono due parole che si incrociano e spesso vanno pure d’accordo, raccogliendo anche fondi da capogiro. La tragedia del terremoto in Abruzzo ha scosso l’anima di molti musicisti: da Vasco che ha donato 100 mila euro dal palco del concertone del 1° Maggio alle decine di eventi musicali che si moltiplicano lungo lo stivale italiano, fino al singolo pubblicato da Jovanotti & C0 (Liga compreso), con l' intero ricavo devoluto alla popolazione abruzzese.
Persino quando c’è di mezzo la beneficenza può scattare “la competizione” e quel timido orgoglio che smuove punte di campanilismo.


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mercoledì 13 maggio 2009

Quale frase o canzone vi rappresente di più ???



Lasciate nei commenti qualche frase dei due artisti che racchiude in se la vostra vita, che vi rappresenta di più quindi, o che non vi stanchereste mai e poi mai di sentire...tutte le frasi verranno successivamente pubblicate in un nuovo post...

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lunedì 11 maggio 2009

-CAPITOLO 4- Vasco & Liga: I concerti

A volte le parole non bastano per spiegare come i Re del Rock made in Italy riescano sempre e comunque a riempire uno stadio, un palazzetto, un teatro, un club, o un intera area geografica che sia.
Prima di lasciare la parola alle immagini ed ai video delle loro performance non posso fare a meno di dare i numeri :-)



Ligabue,
Campovolo - Reggio Emilia,
180.000 persone
...e scusami se è poco...










Vasco Rossi,
Germaneto - Catanzaro,
400.000 persone
(...è solo un R&R show...





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mercoledì 6 maggio 2009

-CAPITOLO 3- Vasco & Liga: una rivalità nata da un malinteso

Droga e rock, Vasco contro Ligabue: "Sulla morte del mio amico chitarrista c' è chi fa appelli moralizzatori". La replica: frainteso e amareggiato Droga e rock. Il binomio maledetto, tanto di moda negli anni Settanta, fa discutere ancora il mondo della musica. Vasco Rossi in un drammatico messaggio attacca chi "ha scelto di speculare" sulla morte del suo chitarrista Massimo Riva.
E le sue parole sono accompagnate da una lettera del suo staff critico per Ligabue che aveva stigmatizzato l' uso di stupefacenti nel mondo dello spettacolo. Massimo Riva, 36 anni, era stato trovato morto nel suo appartamento in centro a Bologna: in casa una siringa e un cucchiaio con tracce di droga. "Crisi respiratoria, seguita a una iniezione di eroina", così recita il referto di constatazione del decesso, diffuso ieri dalle autorità sanitarie, che ha reso inutile l' autopsia.

"Negli anni Settanta non avevamo molte informazioni - aveva detto Ligabue presentando allo Iulm di Milano il libro sulla sceneggiatura del suo film "Radiofreccia
", che parla proprio di droga e musica -. Il pensiero comune era che si potesse smettere quando si voleva. Per i musicisti rock c' è ancora oggi l' alibi dello scotto da pagare per fare musica. Perciò secondo il galateo della perfetta rockstar, io che non mi drogo sarei fuori target".

Ma queste parole, pronunciate a poche ore dalla morte di Riva, non sono piaciute. "E' morto un amico e invece del silenzio... c' e' chi, per accrescere la propria credibilità , ha scelto di "speculare" lanciando anzitempo inutili messaggi moralizzatori": si sfoga Vasco.

E lo staff della rockstar precisa: "Un amico, un bene prezioso, se ne va senza disturbare nessuno. Questo addio silenzioso non preserva noi dal solito e banale chiacchiericcio moralista sui rischi della droga e bla bla bla...". E ancora: " Questa volta, però , non limitiamoci a scuotere la testa e a dirci fra amici che sono le regole del gioco, che il rock e' maledetto e non conta più le sue vittime (e che Dio benedica Ligabue).
Alziamo la testa e diciamo con forza che chiediamo rispetto per la verita' e per la persona".
Ligabue si rifiuta di commentare, ma fa sapere tramite il suo manager di sentirsi amareggiato per essere stato frainteso.
Le scuse di Liga...
LA LETTERA:
Vasco ti chiedo scusa, ma sulla droga hai sbagliato bersaglio, Chiedo scusa a Vasco Rossi e a chi sta vivendo il lutto per la scomparsa di Massimo Riva: non sono stato sufficientemente "scafato" da immaginare che qualcuno potesse speculare sulla morte di un musicista, imbastendo polemiche di bassa lega.
Io non ho mai espresso giudizi morali sull' uso di droghe, nè mi sento di fare valutazioni su ciò che è giusto e ciò che non lo è, come si poteva invece dedurre da un' intervista pubblicata su un altro quotidiano che mi attribuiva frasi da me mai pronunciate. Quello che serve invece è , secondo me, che ognuno abbia corrette informazioni per poter fare liberamente le sue scelte. Mi soffermo su questa parte perche' vorrei fosse chiaro: non sono pro o contro la droga. Sono contro la cattiva informazione che se ne fa. Sono amareggiato dal fatto che Vasco, che pure ha una certa esperienza su certe speculazioni, abbia creduto che fossi in malafede. Voglio pensare che tutto dipenda dal carico emotivo che si porta dietro questa tragedia e dalla impossibilità di viverla in silenzio. A farne le spese, però , è proprio chi merita di riposare in pace. E per questo sono mortificato. Luciano Ligabue

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martedì 5 maggio 2009

-CAPITOLO 2- Vasco & Liga: le filosofie dei Rocker


La filosofia del fosso by L. Ligabue



L. Ligabue accetta la realtà, anche se non gli piace («il mondo ha sempre ragione»), e cerca il modo meno disagevole di viverci dentro. Le brutture le vede, certo, e non si fa scrupolo a metterle in scena professori mediocri», «sissignori» e «festival del dolore» sul teleschermo), ma è oggi più urgente salvarsi, dimenticare gli investimenti a lungo termine e mettere in gioco corpo e anima, attimo dopo attimo, e sensualità del vivere, ignari del passato e scettici sul futuro.
Non resta che essere sempre lì nel gioco, lì nel mezzo, finché ce la fai. Anche l´amore, non ha molto tempo a disposizione, è bene goderlo finché si può, e dura fin quando resta addosso l´odore del sesso.
Una vita da vagabondo, da rapinatore d´emozioni è, per Ligabue, l´unica possibile. Perché dove si fermano i treni un pezzo di vita scende e se ne va.
Si perde e si vince secondo come e dove gira il vento. I calendari e le sveglie si possono anche buttare nel secchio delle immondizie.
E ci sono momenti, per un uomo, che una birra vale più di una cotta. Ovunque ti trovi c´è sempre da spremere qualcosa, e alla peggio si gode il dolce senso della solitudine, lo spleen.
Per questo non vale la pena cercare la stravaganza, lasciarsi assordare e abbagliare dalle vetrine delle grandi città. La vita è ormai racchiusa tutta nel nostro corpo solitario.
Vivere senza chiedere nulla a nessuno è, per il Liga, quasi un mestiere. Quando non ci sono domande, non ci sono bugie, e lui preferisce le parole che non dicono niente, ma raccontano un cuore che batte, un fuoco che brucia dentro il corpo, una bellezza che si mette in mostra. La rosa non ha un perché, ha detto Sibelius. Il Liga rispetta la regola che lo vuole piegato sulla chitarra, con i fari addosso e i suoi struggenti accordi a tutto volume. Canta con compassata o allegra amarezza, come sotto una tempesta d´acqua che lo schiaffeggia. Ma continua a imperversare sulle corde e a chiedere amore con malcelata dignità, perché solo se piove il cielo torna azzurro.


La filosofia del "Vado al massimo"


Nonostante le etichette nessuno sembra in grado di spiegare le ragioni del super successo di Vasco. Ma sì, le sue formule, azzeccate: «vado al massimo», «voglio una vita come Steve McQueen», e via di seguito, ci troveremo tutti al Roxy Bar, «coca-cola sì, coca casa e chiesa». Lui è lo sballato, quello che urlava del fegato spappolato e che voleva bruciare l' asilo, se la prendeva con il «negro» che gli aveva soffiato la conquista («la troia!») in discoteca, ma è anche il poetastro con la lacrima sul ciglio, che specula trasalendo su sentimentali immagini femminili, vedi una delle canzoni più amate, Sally, con la nostalgia per quando «la vita era più facile, e si potevano mangiare anche le fragole».
Ecco, Vasco è così popolare perché non è un personaggio, è una persona che richiama irresistibilmente l' Italia profonda, la provincia, la normalità. Proprio così, la normalità. Lui, l' emblema stesso della trasgressione, dello sballo, delle notti smarrite, quello che è stato in galera per il mezzo chilo di cocaina, il lupo mannaro che luma le pupe giovani sotto le luci stroboscopiche, in realtà riassume nel suo modo di essere la regolarità convenzionale delle vite di tutti.

Sulle pagine del suo sito ufficiale, il Blasco si diverte a regalarci delle citazioni. Citazioni che esprimono la sua filosofia di vita, che noi tutti desideriamo imparare e... chissà magari imparare a fare nostra.
La Cattiveria è come la febbre: tutti se ne vogliono sbarazzare, vogliono tornare a essere normali. Ma gli artisti devono convivere con la loro febbre, qualunque ne sia la natura, buona o cattiva.
É la febbre che fa di loro degli artisti; la febbre va alimentata. É per questo che gli artisti non possono mai essere presenti nel mondo con tutto se stessi: un occhio deve essere sempre rivolto dentro di loro.
Quanto alle donne che fioccano intorno agli artisti, non ci si può mai fidare completamente di loro. Giacchè, come lo spirito dell'artista è sia fiamma che febbre, così la donna che desidera farsi lambire da lingue di fuoco farà, al tempo stesso, qualsiasi cosa per domare quella febbre e riportare l'artista con i piedi per terra. Quindi bisogna resistere alle donne anche quando le si ama. Non bisogna permettere che si avvicinino troppo alla fiamma, se non si vuole che la estinguano."

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Vasco o Ligabue

il migliore del cast del Chiambretti Night

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